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COVID-19 and Polymyxin B Hemoperfusion – Dati dal registro EUPHAS 2

E’ stata recentemente pubblicata sulla rivista Artificial Organs l’esperienza di Polymyxin B Hemoperfusion in pazienti COVID-19 con condizioni critiche e shock endotossico.

La pubblicazione si riferisce a 12 pazienti COVID-19 ricoverati in terapia intensiva con sviluppo di infezione secondaria-endotossinemia che ha condotto a un quadro clinico di shock settico; i dati sono stati raccolti all’interno dello studio osservazionale EUPHAS-2 nel periodo Febbraio-Maggio 2020, con risultati molto interessanti.

L’importanza delle infezioni secondarie batteriche – endotossinemia nei pazienti COVID-19 in condizioni critiche e il ruolo di Polymixin B hemoperfusion come terapia complementare sono stati descritti molto bene anche in un interessante Webinar al recente ESICM LIVES 2020.

 

Scopo dello studio

Valutare il ruolo della terapia Polymyxin B Hemoperfusion (PMX-HP) nel trattamento di pazienti critici COVID-19 con shock settico dovuto a infezione secondaria endotossina mediata.

 

Metodi

E’ stata effettuata un’analisi di sottogruppo di un database multicentrico, multinazionale, prospettico e osservazionale web-based  (EUPHAS 2). Il registro EUPHAS 2 mira a raccogliere dati sull’utilizzo quotidiano di PMX-HP in pazienti critici con shock settico, al fine di identificare possibili popolazioni specifiche che possano beneficiare maggiormente di questa terapia così come capire se specifici approcci possano cessere più efficaci. Con la possibilità di condividere conoscenze ed esperienze, creando una rete di utilizzatori a livello internazionale.

Attualmente il protocollo più frequente di applicazione di PMX-HP consiste in due sessioni eseguite a distanza di 24 ore l’una dall’altra e con una durata di 120 minuti ciascuna.

 

Risultati

Lo studio ha incluso dati relativi a 12 pazienti (Età mediana 61,5 anni [54,8-68], n=3 donne)  ricoverati in Terapia Intensiva (3 centri Italiani e 1 Spagnolo), con infezione SARS-CoV-2 confermata da tampone molecolare orofaringeo (RT-PCR) e affetti da shock settico da infezione secondaria endotossina-mediata, che hanno ricevuto PMX-HP tra Febbraio e Maggio 2020.

Il valore mediano di SAPS II è stato 57,5 [52,8-75,1] e APACHE II di 23,0 [21,5-26,3]. Lo shock settico (sepsi – uso vasopressori – lattati > 2mmol/l)  è stato diagnosticato in 9 pazienti (75%). I batteri Gram negativi sono stati identificati nella maggior parte delle colture microbiologiche (N = 17, 65%), seguiti da batteri Gram positivi (N = 4, 15%), funghi (N = 3, 12%) e nessuna crescita (N = 2,8%).

Il livello di attività endotossinica basale è stato di 0,78 [0,70-0,92].

ll SOFA score è progressivamente migliorato nelle successive 120 ore a seguito di PMX-HP (da 14 [12-15] a T0 a 10 [6-11] a T120, p = 0,001) ed è stato associato a una riduzione del livello di attività endotossinica (EAA) nel tempo, partendo da un livello di 0,78 [0,70-0,92] a T0 per arrivare a 0,60 [0,44-0,72] a T120 (p = 0,245).

Inoltre, è stata osservata una correlazione diretta tra riduzione di SOFA score e trend di livelli di EAA nel tempo. Il Lung Injury Score (LIS) si è ridotto nel tempo partendo da 2,88 [2,5-3,31] a T0 e arrivando a 2,5 [1,5-2,67] a T120 (p = 0,02) ed è inoltre stato associato al miglioramento degli indici di shock settico con indice VDI che partiva da 28,6 [24,4-39,5] a T0 e arrivava a 0 [0-4,23] a T120, p < 0,001 mentre i livelli mediani di Lattati passavano da un valore basale di 3,4 [2,33-4,3] a 1,6 [1-2] a T120, p<0,001).

9 pazienti su 12 (75%) hanno richiesto CRRT a causa di AKI.

 

Conclusioni

In questa serie di pazienti COVID-19 critici con shock endotossico, PMX-HP è stato associato al recupero della funzionalità d’organo, al miglioramento emodinamico e degli indici di shock settico e alla riduzione dei livelli di EAA nel tempo.

Inoltre, non sono state osservate complicanze correlate a PMX-HP.