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Il ruolo delle membrane adsorbitive TORAY in pazienti con CKD, AKI o MOF affetti da COVID-19

Immunoprotezione | Immunomodulazione | Adsorbimento

I dati ad oggi disponibili in merito ai pazienti ospedalizzati a seguito di positività a SARS-CoV-2, mostrano come alcune comorbidità come il diabete mellito, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari ed un età avanzata rappresentino fattori di rischio di un decorso più grave e necessità di ricovero in terapia intensiva. Il paziente uremico, acuto o cronico, che necessita di trattamento emodialitico è di per sé un paziente fragile aff­etto da un quadro di immunodeficienza-compromissione che potenzialmente va ad aggiungere un ulteriore fattore di rischio nel momento di avvenuta infezione a SARS-CoV-2.

È del tutto razionale andare a considerare una strategia emodialitica che al contempo risulti efficace sia come trattamento di supporto renale sia come attività di immunoprotezione e immunomodulazione attraverso la rimozione di mediatori dell’infiammazione generati dalle cellule immunitarie che diventano determinanti nell’avanzamento di patologie quali gravi forme di Acute Respiratory Failure (ARF), date da sviluppo di Polmoniti Interstiziali e/o Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS), come nel caso del paziente COVID-19.

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I dispositivi per emodialisi con membrana in PMMA, sia per dialisi intermittente sia per continua, sono riconosciuti per la loro unica biocompatibilità data in primis dalla non-attivazione del sistema del complemento durante il contatto tra compartimento ematico e materiale arti­ficiale.

Inoltre, la capacità di adsorbimento, in aggiunta ai meccanismi di diffusione e convezione, permette la rimozione di molecole a medio-alto peso molecolare, non rimuovibili per filtrazione, tra cui mediatori dell’infi­ammazione IL-6, IL-8 e HMGB-1 particolarmente elevati nei processi di sviluppo di insufficienza respiratoria acuta grave (ARF).

Nei pazienti che abbiano sviluppato un’insufficienza multiorgano grave, ricoverati in terapia intensiva e che non risultino responsivi, un’ ulteriore proposta di trattamento extracorporeo basato sull’ adsorbimento può essere quella di Polymyxin B Hemoperfusion.

L’azione nota di Polymyxin B Hemoperfusion è quella di neutralizzare l’endotossina circolante e legata ai monociti; in merito a questo i primi dati in letteratura mostrano la possibilità di una sintomatologia enterica nei pazienti affetti da COVID-19, così come sono sempre più descritte le interazioni ‘gut-lung’ dovute alle trasmigrazioni batteriche e/o loro componenti per intercorsa variazione della membrana intestinale.

In aggiunta, Polymyxin B Hemoperfusion potrebbe risultare un ulteriore importante ausilio nella gestione di pazienti a‑etti da ARF e/o ARDS positivi a COVID-19 grazie alle capacità di adsorbimento diretto di cellule attivate (monociti, neutrofi­li, linfociti) e di conseguente riduzione di mediatori dell’infiammazione quali IL-6, HMGB-1, PAI-1 ed altri.

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